Il trauma cranio-encefalico (o TCE) è una patologia molto diffusa tra i giovani fra i 15 e i 30 anni ed è causata principalmente dagli incidenti stradali; oltre i 65 anni le cause più frequenti sono gli incidenti domestici e le cadute accidentali.
Le conseguenze di un trauma cranico possono essere molto diverse a seconda delle caratteristiche della lesione e della gravità del trauma.
Per quanto riguarda la sfera delle capacità cognitive, di pertinenza della Neuropsicologia, si possono riscontrare problemi di memoria e di attenzione con conseguenze sul rendimento scolastico o lavorativo, ma anche ripercussioni sulle capacità di autocontrollo, sul comportamento, sull’emotività, sulle capacità di linguaggio e di orientamento.
Queste capacità possono essere ri-apprese con esercizi graduali, compresi in un programma personalizzato di riabilitazione neuropsicologica.
La famiglia è una risorsa importante per la persona con TCE e può altresì beneficiare della consulenza psicologica e neuropsicologica, come supporto alla gestione organizzativa, psicologica e come risorsa per il potenziamento e la riabilitazione delle capacità.
Tipo di lesione nel trauma cranico
Le caratteristiche della lesione riportata:
• le lesioni perforanti provocano danni
cerebrali di tipo focale, coinvolgendo una determinata zona del cervello;
• le lesioni chiuse provocano danni diffusi.
Le lesioni chiuse si manifestano al momento dell’impatto, ma possono anche generare lesioni secondarie, quali ad esempio l’ematoma, che può aumentare la pressione intracranica e a sua volta può causare edema (tumefazione), ischemie (zone in cui non c’è sangue), iperemia (aumento di sangue nel cervello), ipossie cerebrali (zone di ridotto apporto di ossigeno).
Il danno primario provocato da un colpo ricevuto quando la persona è ferma può causare la deformazione del cranio ed un conseguente contraccolpo nell’area cerebrale opposta a quella colpita.
La commozione cerebrale si verifica, invece, quando il cervello si muove all’interno del cranio provocando la tensione o la rottura di fibre nervose, di vasi sanguigni, di connessioni fra le cellule nervose.
Gravità del trauma cranico
La gravità del trauma viene determinata sulla base dell’età del paziente, dei danni secondari al trauma, della durata di un eventuale stato di coma, della durata dell’amnesia post-traumatica (mancato ricordo degli eventi relativi al trauma) e sulla base del puteggio riportato alla scala di valutazione denominata Glasgow Coma Scale.
Questi indici vengono utilizzati per fare ipotesi sulla severità del quadro diagnostico e sulla prognosi.
Un trauma cranico lieve e moderato può provocare confusione, agitazione ed alterazione dello stato mentale, la perdita di coscienza fino a 30 minuti (lieve) o da 1 a 24 ore (moderato), un disturbo di memoria da 1 a 24 ore.
I sintomi che compaiono immediatamente dopo al trauma possono subire un peggioramento successivo. Si possono manifestare sintomi quali mal di testa, vertigini, insonnia, ansia, irritazione, depressione, problemi di memoria, di attenzione con conseguenze sul rendimento scolastico o lavorativo.
Nel trauma cranico grave il coma può durare da 1 a 4 settimane e così anche l’amnesia post-traumatica, vale a dire lo stato di confusione e disorientamento durante il quale la persona non riesce a ricordare correttamente gli eventi delle ultime 24 ore (per es. potrebbe non ricordare il proprio nome, non riconoscere il luogo in cui si trova).